
Tiger Flambé – Tiger Flambé (EP)
I Tiger Flambé sono Flavio Bevacqua e Carlo Zulianello, due musicisti veneti il cui nome potrebbe ricordarvi qualcosa, visto che già cinque anni fa, in compagnia di Nicolò Ferrazzo e sotto il nome Trompe Le Monde, si erano fatti notare con i sei brani di “Ohrwurm”, unico album pubblicato dalla formazione a tre. Ora, cambiato nome e archiviate le precedenti sonorità grunge/rock/hardcore, sono tornati con quattro pezzi di chiara matrice math rock, dimostrando una maturità e una freschezza d’intenti assolutamente degne di nota.
Il calcio d’inizio viene affidato ai nervosi ed incalzanti ricami sonori di Kolumbo, traccia fresca e solare in cui i vari fraseggi di chitarra si sovrappongono fra loro, fino a creare una coloratissima esplosione di euforia, entusiasmo ed energia. Mata Hari parte con piglio intellettuale/cervellotico, ma basta arrivare al ritornello (lo chiamo così solo perché a un certo punto, effettivamente, ritorna) perché tutto si riveli ben più leggero, caciarone e alla mano. Le linee melodiche, dannatamente orecchiabili, si combinano ottimamente con la parte ritmica, generando un senso di coinvolgimento tale da dare l’impressione che i due musicisti stiano effettivamente suonando di fronte a noi. Monka prova a ripetere la formula ma, pur rimanendo su buoni livelli compositivi, perde un po’ di smalto, forse perché leggermente più ridondante, forse perché leggermente meno ispirata. A chiudere l’opera, invece, ci pensa Zacatecas con i suoi caldi paesaggi da Centro America psichedelico. I Tiger Flambé, accompagnati per l’occasione da Tommaso Mantelli (già Captain Mantell, Ama e molto altro), danno vita a squillanti loop di chitarra, i quali, come schizofrenici segnali di fumo in mezzo al deserto, si disgregano e ricreano mille volte, esplorando ogni possibile soluzione compositiva.
Sono convinto che sia davvero complicato riuscire a muoversi con sicurezza in ambito math rock, un po’ perché il rischio di perdersi in tecnicismi è sempre dietro l’angolo, un po’ perché trovare una propria dimensione, all’interno di un genere che già ha dato moltissimo, non è una cosa poi così immediata. I Tiger Flambè ce la fanno alla grande, nonostante qualche lieve sbavatura e una costellazione di punti di riferimento ancora facilmente riconoscibili.
(20/04/2021)
Voto: 7