Kanye West – Jesus Is King

Kanye West – Jesus Is King
La vita discografica di Kanye West, complicata e tortuosa quanto la sua vita reale, prosegue senza sosta, riuscendo a stupire e ad incuriosire ad ogni occasione. Passati tre anni dall’ottimo “The Life Of Pablo” e poco meno di due da “Ye” e da “Kids See Ghosts” (realizzato in collaborazione con Kid Cudi), il rapper statunitense ritorna con i rapidissimi brani di “Jesus Is King”.
L’album, rimandando immediatamente a “Yeezus” del 2013 a causa della copertina che ritrae un vinile, si discosta da quest’ultimo per la sua brevità e il suo stile. In questo nuovo capitolo discografico l’idea di fondo è quella di “darsi una calmata”, di provare a riconoscere i propri limiti e di ridimensionare la propria figura, il tutto affidandosi alla fede e alla religione.
I pezzi scorrono uno dopo l’altro velocissimi, creando un insieme sonoro che non arriva nemmeno alla mezz’ora di durata complessiva. Si parte con la luce solare ed energica del gospel corale (prima l’iniziale Every Hour, poi l’esaltazione sonora di Selaj), ma si arriva presto al cupo sprofondare di Closed On Sunday o a quel fiume di emozioni che è Use This Gospel (il solo di sax nel finale stringe il cuore come non mai). Nel mezzo, momenti più distesi e leggeri come il pacifico procedere di Everything We Need e il rilassato proseguire di Water.
Nel suo insieme, questo “Jesus Is King” non lascia spazio a gravi delusioni o a dispiaceri. Certo, l’ego di Kanye West rimane sempre difficile da contenere e il risvolto religioso dell’intera opera, a tratti, subodora di mossa commerciale, ma, nel complesso, la qualità dei vari brani risulta sempre di alto profilo. Il suo principale punto di forza sta nell’essere rapido e frammentario, dando l’impressione di aver di fronte qualcosa di più istintivo ed immediato rispetto al passato.
(02/11/2019)

Voto: 6,5