
Gomma – Sacrosanto
Non ho mai avuto parole positive per i Gomma, lo ammetto. Ho sempre pensato che fossero una band “tutto hype e niente arrosto”, salita all’onor delle cronache senza che vi fosse alcun merito apparente. L’unica cosa che salvavo di tutta la loro breve produzione era Elefanti, un pezzo semplice e lineare, ma in grado di trasmettere effettivamente qualcosa, di coinvolgere.
Con questo 2019, però, è arrivato Sacrosanto a scombinare le carte in tavola. I quattro casertani, infatti, pare proprio che questa volta abbiano scelto di studiare, dimostrando sia maturità artistica che sicurezza nell’uso degli strumenti e della voce.
Ad aprire l’album è Fantasmi e, in poco meno di un minuto, si è completamente immersi in un sound che riporta in mente i Verdena degli esordi, ma con un’inquietudine e un malessere interiore che ha poco del poetico e molto dell’urgenza espressiva. E’ questo il nuovo marchio di fabbrica della band, portato avanti per tutti i dieci brani, spesso con risultati eccellenti. Se già colpisce il pezzo iniziale, infatti, ancor più fulminanti sono l’amara crudezza di Verme, la voce selvatica di Animali e l’insistente malessere di Tamburo. Ma a ben sentire, non sono da meno neppure le altre canzoni, ognuna con il proprio carico esistenziale, in grado di creare un unico flusso emotivo lungo quanto l’album intero.
I Gomma hanno preso dai Verdena, dai Fast Animals And Slow Kids, dai Gazebo Penguins e, perché no, in parte anche dai Fine Before You Came. Lo hanno fatto con maturità ed esperienza, riuscendo a dare all’insieme una propria personalità e un proprio timbro sonoro. Volendo, qualche difetto ed imperfezione lo si può comunque trovare (Balordi), ma il salto qualitativo dall’esordio a Sacrosanto è talmente ampio che mette in secondo piano qualsiasi possibile lamentela. L’augurio è che scelgano di proseguire in questa direzione.
(14/04/2019)
Voto: 7,5