
Bon Iver – i,i
Il percorso artistico di Justin Vernon, dacché ha scelto di farsi chiamare Bon Iver, è sempre stato in costante ascesa ed evoluzione. Partito nel 2007 con l’onesto e sincero “For Emma, Forever Ago”, ha cominciato a rimodellare il concetto di folk con il successivo “Bon Iver, Bon Iver”, arrivando a disgregarlo completamente (e a ricostruirlo) con il futuristico album “22, A Million”.
Ora, passati tre anni dal suo ultimo disco, ritorna con “i,i”, lavoro che, per la prima volta, sceglie di prendersi una pausa, non affrontando nuove evoluzioni.
I tredici brani presentati, infatti, combinando insieme schegge elettro-folk-pop-soul-post rock, costruiscono un insieme sonoro variegato e affascinante in cui ad emergere, ancora una volta, è un coinvolgente senso di malinconica riflessività. C’è l’abbraccio luminoso di Hey, Ma, costruito su un tepore sonoro che sa di sole che sta per sorgere, il lento muoversi di iMi (come di alghe sul fondale di un lago montano), il delicato solo di sax della sognante Sh’Diah. Ma c’è anche il morbido sorridere e crescere della timida Faith, lo squillare sopra le righe di Holyfields e la lieve vivacità della fresca Salem.
A ben vedere, sembra di trovarsi di fronte all’album della maturità artistica. Quello dove lo stile assume la sua forma più completa e dove tutto viene levigato e scolpito nel modo più preciso e curato. Il ponderato e ragionato prevale leggermente rispetto al passionale e all’istintivo, vero, ma l’insieme risulta ancora una volta di alto livello e di ottima qualità. Il disco della conferma definitiva.
(21/08/2019)
Voto: 7,5