Be Forest – Knocturne

Be Forest Knocturne

Be Forest – Knocturne
Il gelido schiaffo climatico che ci è arrivato in faccia in questa prima parte di Maggio ha fatto sì che scegliessi di rimettere su Knocturne, l’ultimo album dei Be Forest. Sdraiato sul divano con una morbida copertina a tenere caldo, ho lasciato scorrere i loro nuovi brani, mentre fuori il giorno si è spento dietro alle nuvole scure, ancora cariche di pioggia.
I tre giovani pesaresi, Costanza, Nicola ed Erica, da sempre immersi in sonorità new wave, shoegaze e dream pop, mi hanno trascinato in un mondo nero, suddiviso in due atti, dove anche se c’è poco spazio per i sorrisi, alla fine dei conti, a prevalere non è il pessimismo, ma un rassicurante calore umano. Ci sono, infatti, l’inquietudine nera dell’accoppiata Gemini e K, ma anche il crepuscolare muoversi di luci disegnato da Fragment e You, Nothing. Sigfrido, come sorta di mediatore fra le due anime del disco, invece, regala un morbidissimo senso di precaria sospensione, mentre Bengala, indirizzata verso la parte più luminosa, dà vita a un caldo abbraccio, carico di malinconia.
In questo nuovo capitolo discografico, bisogna dirlo, sembra proprio che tutto suoni bene. Certo, il suono è decisamente derivativo (The Cure, Slowdive e Cocteau Twins sono certamente fra i punti di riferimento), ma l’anima pop che attraversa i nove brani, sommato al fascino generato dalle parti cantate e dal gusto nelle scelte sonore, fanno sì che l’insieme risulti più come un tributo sincero e sentito, piuttosto che come un mero tentativo di copiare.
Un ottimo ritorno, non c’è che dire.
(07/05/2019)

Voto: 7